L’atropina blocca in modo non selettivo i recettori muscarinici, che si trovano a livello dei muscoli ciliari, nella retina e nella sclera dell’uomo. Il meccanismo del controllo della miopia da parte dell’atropina non é noto, ma si ipotizza che agisca direttamente o indirettamente sulla sclera e sulla retina, inibendo l’assottigliamento e lo stiramento sclerale e di conseguenza la crescita del bulbo. La concentrazione che offra il miglior risultato con minori effetti collaterali è ancora controversa. Lo studio ATOM 1 suggerisce che l’atropina in collirio 1% utilizzata la sera per un periodo di 2 anni, riduca sia la progressione miopica del 77% che la lunghezza assiale. Lo studio ATOM 2 ha dimostrato una risposta dose-legata dell’atropina in collirio a dosaggi 0,5%, 0,1% e 0,01% rispettivamente del 75%,70% e 60% sulla progressione miopica, con un aumento di refrazione rispettivo di 0,3, 0,38 e 0,48 diottrie nell’arco di 2 anni. Tuttavia alla sospensione dell’atropina si assiste a un incremento della progressione miopica con un effetto rebound che è maggiore per i più alti dosaggi. Attualmente il dosaggio 0,01% è quello più largamente utilizzato in quanto si è dimostrato in grado di ridurre la progressione della miopia almeno del 50%.Si tratta comunque di un trattamento galenico preparato da farmacie selezionate su prescrizione specialistica. Inoltre l’atropina 0,01%, se comparata con i dosaggi più alti, causa scarsa dilatazione pupillare (0,8mm), minima riduzione accomodativa (2-3 diottrie) e nessuna necessità di lenti addizionali da vicino. Del tutto recentemente,lo studio LAMP (Low-concentration Atropine for Myopia Progression )sembra ridimensionare l’efficacia dell’atropina allo 0,01%, che tanto entusiasmo e speranze aveva fatto nascere tra gli oftalmologi di tutto il mondo. In uno studio randomizzato a doppio cieco sono stati confrontati colliri con atropina allo 0,05%, 0,025% e 0,01%. Si tratta di una estensione della fase 1 dello stesso studio nel quale erano già stati trattati 383 bambini di età compresa tra 4 e 12 anni che presentavano miopia di almeno -1,0 D. Sono stati misurati a intervalli di quattro mesi: refrazione cicloplegica, lunghezza assiale, ampiezza accomodativa, diametro della pupilla fotopica e mesopica, e acuità visiva con la migliore correzione. Sono stati poi calcolati i cambiamenti dell’equivalente sferico (SE) e della lunghezza assiale (AL) e le loro differenze tra i gruppi. E’ emerso che la progressione media dell’equivalente sferico è stata ridotta in modo significativo soprattutto con la concentrazione 0,05%, con una efficacia più che doppia rispetto a quella dell’atropina allo 0,01%. Le modifiche indotte sull’accomodazione (riduzione) e delle dimensioni pupillari (midriasi) da tutte e tre le concentrazioni sono state ben tollerate. Gli autori hanno concluso che l’atropina allo 0,05% rimane la concentrazione ottimale tra quelle studiate per ridurre la progressione della miopia. In effetti, dai dati presentati sembra che la concentrazione allo 0,01% abbia un’efficacia inferiore anche ad alcuni mezzi ottici di correzione della miopia, come l’ortocheratologia e le lenti morbide a defocus miopico periferico. Ci sarebbe anche da osservare che l’efficacia del trattamento è rilevante sull’aumento della refrazione ma sembra decisamente ridotta sull’allungamento assiale, un aspetto che deve essere ancora chiarito e approfondito. Inoltre, alcuni autori hanno messo in evidenza come gli studi clinici siano stati limitati alla popolazione di etnia asiatica e dunque quei risultati potrebbero non essere generalizzabili. E’ chiaro insomma che ancora tanta strada c’è da fare per chiarire meglio non solo l’efficacia del trattamento con l’atropina, ma anche l’impatto sulla struttura oculare, sugli eventuali effetti secondari indotti e sulla funzionalità della visione.
La crescita dei soggetti miopi sta crescendo a livello esponenziale in tutto il mondo ed interessa maggiormente le nuove generazioni a causa delle abitudini di vita che prevedono un maggior utilizzo di dispositivi elettronici e spesso una riduzione del tempo passato all'aria aperta. Ad oggi, in alcuni Paesi del sud-est dell'Asia, circa il 70-80% dei giovani è affetto da miopia. Si stima che circa 5 miliardi di persone,ovvero la metà della popolazione mondiale,potrebbero diventare miopi entro il 2050. Gli occhi miopi corrono un rischio direttamente correlato all'entità del difetto di sviluppare patologie che possono potenzialmente portare alla cecità come il glaucoma e la retinopatia degenerativa. L'incremento a carattere epidemico della miopia ha stimolato la ricerca di metodiche in grado di rallentarne la progressione. La fascia di età maggiormente interessata è quella che va dai 6 ai 18 anni di età.
Lenti oftalmiche per occhiale con tecnologia D.I.M.S. (Defocus Incorporated Multiple Segments)
Le lenti oftalmiche presentano una zona ottica centrale per la correzione della miopia circondata da segmenti di defocus multipli che si estendono fino alla media periferia della lente. Ciò fornisce una visione chiara e sfocatura miopica simultaneamente a tutte le distanze di visione controllando la progressione della miopia utilizzando il meccanismo omeostatico naturale noto come "emmetropizzazione" per cui il bulbo oculare si adatta e si modella per ricevere immagini a fuoco come per la visione normale. Esteticamente la lente ha una superficie liscia con una zona di trattamento quasi invisibile ed appare come una normale lente monofocale. Studi clinici condotti dall'Università di Hong Kong evidenziano una riduzione del 59% della progressione della miopia
Lenti a contatto
Di recente sono state introdotte sul mercato le lenti a contatto a ricambio giornaliero dotate di tecnologia ActivControl caratterizzata dall'alternarsi di due zone di trattamento che creano un defocus miopico e due zone di correzione per compensare la miopia in tutte le posizioni di sguardo. le zone di trattamento sono progettate per garantire un defocus miopico adeguato rispetto alle diverse prescrizioni,variazioni del diametro pupillare e della centratura della lente. I primi tests scientifici mostrano una significativa riduzione della progressione miopica.
Ortocheratologia
L’ortocheratologia consiste in una tecnica non chirurgica in grado di ridurre, variare o eliminare temporaneamente difetti di vista miopici ed astigmatici attraverso l’applicazione programmata di lenti a contatto gas permeabili costruite con una particolare forma denominata "a geometria inversa" ( International Society of Orthokeratology).
Le lenti a contatto tradizionali sono disegnate in modo da interferire il meno possibile con la forma della cornea, mentre le lenti per ortocheratologia sono progettate espressamente allo scopo di modificare il profilo corneale in modo controllato. Le lenti per ortocheratologia producono una riduzione temporanea del difetto di vista cambiando la forma della cornea, che possiede un certo grado di plasticità. Il modellamento della cornea modifica il potere rifrattivo oculare e, se l’entità del rimodellamento è adeguatamente controllata, è possibile variare in modo preciso il potere corneale fino a correggere l’errore rifrattivo. Quando la lente per ortocheratologia è sull’occhio si vede bene come con una lente convenzionale; dopo che la lente viene rimossa, la cornea mantiene la sua forma modificata per un certo periodo e si continua a vedere bene anche senza lente a contatto. Le prime volte l’effetto dura poco per poi stabilizzarsi, nei giorni successivi, per tutto l’arco della giornata. Le lenti per ortocheratologia solitamente vengono portate di notte per poi essere rimosse durante le ore di veglia continuando a vedere bene tutto il resto della giornata ad occhio nudo. Si tratta di lenti a contatto ad altissima trasmissibilità dell'ossigeno che garantiscono l'ottimale tollerabilità da parte dell'occhio. L’ortocheratologia può permettere significativi cambiamenti di stile di vita a pazienti propriamente selezionati: essere liberi da ausili ottici per la pratica di sport, attività professionali e ricreative è un fattore di motivazione che può portare a scegliere questo tipo di trattamento.
La corretta manutenzione delle lenti a contatto e la loro periodica sostituzione rendono minimo il rischio di complicazioni. L'ortocheratologia moderna rappresenta un trattamento sicuro,reversibile ed in grado di controllare la progressione miopica.