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Nuovi trattamenti per la Degenerazione maculare senile

Nuovi trattamenti per la Degenerazione maculare senile

Il trattamento della Degenerazione maculare senile rappresenta una sfida importante per l’oculistica.Il notevole incremento del numero di casi clinici, legato all’invecchiamento della popolazione, spinge a ricercare sempre nuovi trattamenti  in grado di prevenire e rallentare la progressione patologica. Accanto alle tecniche tradizionali, abbiamo a disposizione nuove metodiche con buone prospettive terapeutiche e caratterizzate da una minore invasività.

 

Iontoforesi

Gli studi clinici, in particolare l’Age-Related Eye Disease Study 2 (AREDS 2), hanno evidenziato che l'assunzione di  almeno 10 mg al giorno di luteina per bocca consente di ottenere un effetto clinicamente evidente di riduzione della progressione della degenerazione maculare legata all’età. La luteina nella macula svolge un’azione di foto-protezione dei fotorecettori retinici chiamati coni, le cellule deputate alla visione distinta, proteggendoli dall’eccessiva esposizione alle radiazioni luminose blu e UV-A.  La luteina è un carotenoide normalmente assunto attraverso cibi ricchi di questa sostanza, come verdura a foglia verde (cavoli e spinaci), frutta (albicocche, kiwi), e uova. Nel corpo umano, la luteina è concentrata nella macula, dove agisce da schermo protettivo naturale per le cellule retiniche, assorbendo selettivamente la luce blu, che è particolarmente dannosa per le cellule retiniche e una delle principali cause di danno foto-ossidativo cellulare. La presenza fisiologica di questo pigmento nell’occhio contribuisce a proteggere le delicate strutture oculari e a conservare la funzione visiva. . Una volta ingerita per via orale, la luteina è assorbita solo parzialmente (50-90%) e in gran parte eliminata. Solo una minima parte della luteina ingerita riesce ad accumularsi selettivamente nella retina, in particolare nella macula. Inoltre, la maggior parte dei  pazienti , nel tempo, interrompono l'assunzione orale rendendo inefficace il trattamento.La iontoforesi sclerale permette di veicolare maggiore quantità di luteina alla macula in un'unica somministrazione, liberando il paziente dalla necessità di assunzione quotidiana dell'integratore a base di luteina con maggiore efficacia e minori costi.

La zona centrale della retina deputata alla visione distinta prende il nome di macula ed è l’area in cui vi è maggiore concentrazione di luteina.  La iontoforesi sclerale permette di veicolare una maggiore concentrazione di luteina alla macula, intensificandone gli effetti protettivi e minimizzando i limiti della scarsa aderenza dei pazienti all’integrazione orale. La veicolazione di sostanze ionizzate avviene attraverso i tessuti oculari esterni (sclera) mediante il principio dell’elettroforesi. Durante la iontoforesi, una corrente pulsata applicata tramite un elettrodo a forma di imbuto posto a contatto con l’epitelio congiuntivale e un secondo elettrodo posto sulla cute intorno all’orbita consente la formazione di un microcampo elettrico unidirezionale che permette la penetrazione della soluzione di luteina ionizzata. L’elettrodo è collegato a un generatore di corrente pulsata a bassissima intensità (2.5 mA).

Le indicazioni cliniche attingono principalmente alla prevenzione ed al rallentamento della progressione della forma secca o atrofica della degenerazione maculare senile. Un suo impiego puo’ essere previsto, quale adiuvante, anche nella forma umida o neovascolare affiancando le terapie abituali (iniezione intravitreale di antivegf) 

La procedura viene svolta ambulatorialmente con il paziente sdraiato su un lettino, mediante un dispositivo medico certificato CE, ha una durata di circa 4 minuti ed è assolutamente indolore. Viene instillata nell’occhio una soluzione a base di luteina e vengono applicati  elettrodi nella zona perioculare. Attraverso l’applicazione di una corrente a basso dosaggio si ottiene il passaggio della soluzione nella camera posteriore dell’occhio. Viene preservata l’integrità  anatomica dell’occhio e non si registrano complicanze significative.

 

Laser giallo IQ577

Rappresenta l’evoluzione tecnologica dei lasers utilizzati fino ad oggi per i trattamenti retinici.

ll laser giallo in modalità MicroPulse è usato generalmente per erogare trattamenti laser  sottosoglia per bersagli maculari e perimaculari. In questo contesto,  il tessuto trattato non soffre effetti del laser oftalmoscopicamente osservabili in quanto l'energia laser totale di tali dosi è solo una percentuale  dell'energia necessaria per produrre un endpoint visibile. 

In ultima analisi in questa modalità non si ha alcun effetto fotodistruttivo sui recettori retinici ma un effetto  biostimolante. Esso è in grado di indurre benefici effetti biologici intracellulari senza alcun danno visibile durante o dopo il trattamento. Si passa quindi dall'effetto fotocoagulativo dei laser tradizionali in cui l'effetto terapeutico non puo' prescindere da un danno termico a carico della neuroretina ad un trattamento stimolante cellulare in assenza di danno. In particolare il bersaglio del fascio laser è rappresentato dalle cellule dell’epitelio pigmentato con risparmio dei recettori.

 ll laser giallo IQ577 è indicato nel trattamento della degenerazione maculare senile di tipo secco, soprattutto  nella sua fase iniziale o intermedia, e quando si presentano accumuli di materiale lipidico e proteico sotto la  retina, le cosiddette “drusen”.  Quando le drusen interessano la parte centrale della retina (macula) possono , nel tempo, causare una riduzione della capacità visiva.

Il fascio luminoso è, infatti, in grado di incidere sulle drusen prevenendo e rallentando la formazione della degenerazione maculare senile.

I risultati del laser giallo micro pulsato si osservano di solito dopo un intervallo di uno-tre mesi. L’efficacia va valutata, di solito,  in tempi piu’ lunghi rispetto al trattamento con laser tradizionale. L’esame più indicato nel follow up è rappresentato dall ‘OCT.